Erano lì, riuniti insieme fuori dal reparto malattie infettive, proprio davanti ad oncologia, e si guardavano perplessi.
“Certo, diceva il primo, essere ridotti così… dopo anni di serio rispetto”. “Vedi oggi” rispondeva l’altro “non guardano in faccia più a nessuno”.
“Lo so, lo so, sapevo che questo momento sarebbe arrivato ma così.. poi.. per colpa di un pipistrello cinese (che, diciamocelo, si poteva pure prevedere)”
Erano tutti un po’ scoraggiati e tendenti al depresso. Non lo avresti mai detto in altri periodi.
“Si sa, quando prima giravamo noi, incutevamo terrore ma anche, rispetto; incutevamo senso di impotenza e mai, dico mai, venivano presi sottogamba, ma oggi.. è come se non esistessimo”.
Riprese uno con sdegno “eppure in fondo è una influenza un po’ più forte”.
Rispose piccato un altro ” non voglio sentire neanche per un attimo questa scemenza. Le differenze sono evidenti. Questo Coronavirus non ha rispetto delle più basilari regole.. mi ricorda tanto la Spagnola e sappiamo tutti cos aha combinato….Neanche la SARS ha osato tanto.. si… ha mostrato di che pasta era fatta ma è rimasta lì; si è ricavata il suo spazio senza necessità di tutto questo presenzialismo. Del resto è sempre stato un principio seguito da tutti.. alta e violenta letalità.. precisa geolocalizzazione. Guarda Ebola.. un signore.. oppure la febbre emorragica.. mai che si siano spostati.. loro sì che sanno come funziona il mondo. Poi si sa, c’è chi si accontenta di poco e costante.. come te, mia cara rosolia; e chi vuole ampi titoli sui giornali! pensate quanto allarme creava la nostra bella meningite virale per un solo caso. Ora neanche di lei si parla più. C’erano delle regole chiare, oggi niente da fare. A causa di questo Covid – 19 nessuno ci riconosce più, anzi ci scambiano per lui; sai, nel dubbio. Ha la febbre?.. forse è Covid.. non importa che il paziente sia stato in viaggio sul Nilo e lo abbia punto quella meravigliosa zanzara, anzi, dentro di sé i medici dicono ‘diamogli l’antimalarico funziona anche per il Covid – 19’. Povera vecchia malaria come è ridotta!. Non parliamo dell’influenza poi.. è ormai l’ombra di sè stessa, l’ho incontrata ieri attaccata sul bordo di un letto del reparto 9. Voleva buttarsi di sotto, solo un improvviso colpo di tosse in un paziente con doppio tampone covid negativo l’ha fatta desistere. Ha pensato che forse era il suo turno. Povera illusa!, non ha ancora capito che ormai è aprile e che i tamponi diagnostici non sono ancora veramente efficaci. Il morbillo?… Niente, è sparito; non risponde al telefono né ai messaggi, pare che si sia rifugiato prima al Bambin Gesù poi a casa di un NO VAX suo amico. Farneticava che il suo futuro può essere solo lì”.
Pronunciate tali parole, ci fu un attimo di silenzio. Fu allora che prese la parola il temutissimo HIV. Tutti gli altri furono colti da stupore: lui non parlava mai. Si insinuava come sempre nell’intimità di ciascuno ma lo faceva silenziosamente senza clamore, superando le barriere con fare circospetto e pronto a colpire proprio quando la lucidità mancava. “Amici miei, compagni, sono distrutto! non riesco quasi a muovermi!” tratteneva a stento il pianto “si può dire che con questa quarantena, praticamente, non circolo più; poi hanno tutti cominciato ad amare il lattice, guanti e non solo, non vanno più dal dentista, non si operano, non tengono rapporti promiscui, credo sia quasi la fine per me. Mi rimangono solo le trasfusioni ma voi sapete quanto stanno attenti. Credo di essere arrivato praticamente a fine corsa.. si, il Covid mi sta uccidendo.” e inizio a piangere come un bambino, non trovava consolazione…”.
Fu allora che tutti i virus presenti si girarono verso la porta alle loro spalle, ONCOLOGIA c’era scritto. “Potremmo chiedere asilo qui?” disse uno “si!!!”, disse un altro “si sa i tumori non sono come noi ma hanno un’autorità senza pari; sono letali anche più di noi e poi non hanno bisogno di contagio”
Tutti però avevano, stranamente, paura di avvicinarsi a loro; sostanzialmente imbattibili, se non uccidevano lasciavano sempre strascichi incancellabili e non c’era vaccino che poteva reggere il confronto. Potevano loro, virus sulla via del tramonto, essere alla loro altezza?…
Fu la Rabbia, che proprio non ne poteva più , ad agire, da par suo, d’istinto ed a bussare con forza alla porta…
Furono attimi di suspence ed attesa… poi, alla fine, la porta si aprì. Lo sguardo dei virus, colmo di speranza, si infranse però appena capirono.
L’Osteosarcoma ed il COVID erano lì, a braccetto e se la ridevano di gusto…”dai! Covi!” diceva l’Osteosarcoma “non fare così, mi fai morire, domani ci vediamo anche con il carcinoma polmonare e ci facciamo una partita a tre sette con il morto….”.
Fu allora che la Rabbia, con stizza, sbatté la porta richiudendola prima ancora di chiedere asilo. Era furibonda.
Solo in quel momento il saggio Vaiolo, finora in silenzio, disse “fatevi consigliare da chi è più vecchio di voi… rimanete tranquilli.. buoni.. senza fare rumore.. chiusi in casa.. tornerà il nostro momento e saremo vincitori.. fidatevi.. #andrà tutto bene…!”.
